La seconda guerra mondiale era appena finita. Dalla conferenza di Yalta si delineò immediatamente lo scenario post-bellico: con la sconfitta di Hitler e del suo Terzo Reich, il potere e la supremazia mondiale passavano nelle mani di USA e URSS. Dopo pochi anni le due potenze erano contrapposte da ogni punto di vista: gli Stati Uniti erano liberali, religiosi e in un fortissimo boom economico. Non a caso arrivavano in America migliaia di immigrati in cerca di lavoro.
L'URSS invece era in un ferreo regime social-comunista, l'ateismo veniva imposto dal governo di Mosca ed erano fortemete represse libertà di parola e di associazione politica. Queste due nazioni crebbero fino ad influenzare fortemente gli altri stati del pianeta. Vennero così firmati due "patti": quello "Atlantitico", che alleò la maggior parte dell'Europa occidentale con Washington, e il patto "di Varsavia", che invece legava tutta l'Europa dell'Est e alcuni stati asiatici all'URSS.
Fortissime tensioni scuotevano i due blocchi: si credeva che una nuova guerra sarebbe scoppiata da un momento all'altro. Questo non avvenne, ma cominciò i tentativi di supremazia di una potenza sull'altra, da ogni punto di vista: corsa agli armamenti, conquista dello spazio, con conseguenti spedizioni spaziali, oltre all'antagonismo psicologico e persino sportivo. Era la cosiddetta "Guerra fredda", come fu chiamata dal giornalista americano Walter Lippmann.
Negli anni che vanno dal 1947 fino al 1989 ( con la caduta del muro di Berlino) l'Europa e l'intero mondo vissero in un'ansia perpetua, che raggiunse picchi elevatissimi quando gli USA cercarono di disarmare forzatamente Cuba e quando intervennero militarmente in Vietnam.
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