Lo Stato Italiano era nato il 17 marzo 1861. Garibaldi, grazie alla sua famosa Spedizione dei Mille, era riuscito a conquistare l'Italia del Sud e l'intero Regno delle due Sicilie. A Nord invece le truppe del re erano riuscite a sottrarre agli austriaci anche gli ultimi territori del Lombardo-Veneto.
L'Italia sembra veramente unita, ma mancava ancora un pezzo per creare il vero Stato Italiano. Questo era il Lazio e soprattutto Roma, ancora in mano al potere temporale del papa.
I cattolici francesi, che in precedenza avevano dato man forte alle truppe reali nel conquistare i territori austroungarici, ora si dissociavano da una possibile invasione dello Stato della Chiesa.
Ma per i fautori del nazionalismo italiano quello era un territorio indispensabile, poichè solo Roma poteva al meglio rappresentare la capitale del nuovo Stato.
Non senza ripensamenti, le truppe italiane decisero di attaccare il 20 settembre 1870: da una breccia, scavata in corrispondenza di Porta Pia, entrarono a Roma i bersaglieri a servizio del re Vittorio Emanuele II. Il papa si proclamò subito prigioniero politico del re italiano e, successivamente, con una bolla ufficiale, impedì ai cattolici italiani di partecipare alla vita politica del nuovo Stato, proprio per proclamare l'ostilità al sovrano che lo aveva privato del suo territorio.
La breccia di Porta Pia segnò la fine del potere temporale del papa per quasi 60 anni, fino a quando Mussolini, nel 1929, firmò i patti Lateranensi, che ridettero al pontefice un limitato controllo territoriale su Roma e dettero agli italiani la possibilità di partecipare attivamente alla politica italiana.
Roma divenne così capitale d'Italia il 1 agosto 1871, prendendo il posto che fu di Torino e Firenze.
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