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mercoledì 10 giugno 2009

Referendum 21-22 giugno: cosa si va a votare

Il 21 e 22 giugno si andrà a votare ancora una volta, dopo le Europee del 6-7 giugno.Questa volta si tratta però di un referendum, l'unico momento di partecipazione diretta alla democrazia da parte del popolo italiano. Infatti si ha sempre una democrazia indiretta, cioè compiuta attraverso dei rappresentanti, deputati e senatori.Si vota per la modifica della attuale legge elettorale, allegramente definita porcellum.I quesiti referendari sono tre e sono separati l'uno dall'altro: significa che bisognerà votarli separatamente. Di questi il primo e il secondo esprimono lo stesso concetto, diversificato però per Camera e Senato della Repubblica. Infatti viene chiesto se si vuole ora consegnare il premio di maggioranza alla sola lista, non più alla coalizione, che si presenta alle elezioni. Questo implica che il partito che otterrà più voti rispetto agli altri avrà un numero di deputati e senatori tale da farlo governare.A questo punto occorre ricordare il pericolo che si profila all'orizzonte: cioè di avere un governo che non rappresenti la maggioranza del paese, ma solo una ristretta cerchia. Ancora una volta c'è la possibilità di rafforzare la casta partitocratica, che non avrà più bisogno del consenso popolare, ma solo del più alto numero di voti. Si cerca di dare, peraltro, una forte spinta verso il bipartitismo americano. E' giusto anche qui ricordare, tuttavia, che l'Italia non ha la stessa cultura politica e democratica americana: da noi è molto meno radicato il bilanciamento delle poteri (balance of powers) tipico di tutte le democrazie forti.Il terzo quesito invece chiede agli italiani di impedire ad uno stesso uomo politico di mettersi in lista in più circoscrizioni. L'importanza di questo ultimo referendum risiede nel fatto che, votando si, non saranno più eletti deputati o senatori indesiderati. E' infatti molto diffusa la pratica di farsi eleggere capolista in più circoscrizioni per poi abbandonarele e far entrare in Parlamento i non eletti, appena si concludono le elezioni.L'invito che rivolgo è quello di andare a votare, o per il si o per il no, ma non di astenersi. In questo modo si saboterebbe l'unico vero momento di democrazia in Italia da molti anni.

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