Alla fine anche i radicali si sono schierati con il no. Il referendum, a loro parere, è persino più dannoso della stessa legge elettorale e porterà alla distruzione dei partiti minori. Pannella, in un confronto televisivo, ha replicato a Guzzetta, fermo sostenitore del si, spiegando le sue ragioni. Guzzetta motivava la sua scelta affermando che il referendum avrebbe portato ad un bipartitismo essenziale per l'Italia. A suo parere non è più possibile costituire coalizioni enormi in cui i piccoli partiti decidono la sopravviveza del governo: questo non è normale. E il referendum tocca proprio questi punti essenziali che dovrebbero essere modificati con il si di tutti.
Ma d'altro lato Pannella spiega il suo no ai tre quesiti. Fermo sostenitore dell' antipartitismo, ribadisce il suo giudizio negativo affermando che non vengono toccati affatto i punti importanti, e anche orribili, della legge elettorale. Per lui questo è solo un modo per rafforzare il regime partitocratico che opprime l'Italia. Anzi, intravede una possibile deriva monopartitica, con una alleanza segreta tra PD e PDL.
Inoltre il sitema bipartitico italiano diventerebbe antidemocrtico, in quanto non si va assolutamente nè ad eleggere i capo del governo (le nostre infatti non sono elezioni presidenziali come quelle americane e francesi) nè i membri del parlamento, che vengono decisi dai membri del partito stesso. A questo punto, egli dice, è possibile ogni imbroglio.
Pannella quindi afferma che il si al referendum sarebbe l'approvazione di questo regime, a suo parere, intollerabile. E infatti a chi gli chiede come siano stati, dal suo punto di vista, questi 60 anni di partitocrazia, lui risponde:" 'Na favola".
molto interessante questo post.. si parla molto poco in questo periodo di referendum, ed è stimolante discutere sui quesiti posti dal referendum!
RispondiEliminadirei che Pannella è un po' di parte, visto che lui è il dirigente di un piccolo partito, ma prima di esprimere la mia opinione, voglio leggere il testo del referenum..
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