Il comunismo è una teoria politico-economica sintetizzata da Karl Marx, il filosofo di Treviri. Prevede, di fatto, una equa ridistribuzione dei beni fra tutti i cittadini, in modo tale da sfuggire allo scontro di classe tra operai e borghesi che, a suo parere, si sarebbe sicuramente scatenata a causa del capitalismo.
Per molti versi, però, l'accezione economica del termine ,che è quella più vicina a Marx, viene spesso sostituita da quella politica dell'idea di Rivoluzione e dall'esperienza dittatoriale comunista in Russia. Si sono fatte quindi molte battaglie ideologiche contro il comunismo non sapendo bene di cosa parla.
Di fatto, il comunismo ci darebbe la possibilità di sfuggire alla vacillante economia del mercato libero, ma impedirebbe di perseguire fini di successo sociale, in quanto il successo personale non esiste senza il libero scambio di merci e il conseguente arricchimento personale. Da un lato non ci sarebbe più la borsa, i titoli che vacillano, la finanza che crolla e l'angoscia di investire oculatamente, ma dall'altro non ci sarebbe la possiblità di aprire una propria azienda o impresa e di conseguenza non ci sarebbero neanche i titoli finanziari.
Ultimamente, causa la crisi globale, in molti, tra cui anche uomini di governo, stanno riscoprendo il comunismo e ridando una sfogliata a "Il Capitale", l'opera omnia di Marx. Vengono in questo modo riscoperti principi ritenuti introvabili, quali un controllo statale del mercato, la necessità di garantire il lavoro operaio e la necessità di raggiungere un livello di benessere materiale elevato, poichè solo con l'appagamento dei bisogni materiali l'uomo migliora il suo status sociale.
Il comunismo si rivela ancora attuale e sembra indicare una flebile luce per uscire da un sistema economico malato, quello capitalista, che, con parole del suo ideatore Adam Smith, è basato sull'"egoismo personale".
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