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martedì 26 maggio 2009

Capiamo la filosofia: Kant e il criticismo

Non so in quanto fra voi abbiano a che fare con la filosofia, ma quelli che ne sanno qualcosa avranno sentito parlare ( spesso a malincuore ) di Immanuel Kant. Chi era costui? Era un filosofo, ovviamente, altrimento non staremmo parlando di filosofia. Costui era appassionato dell'uomo, come soggetto pensante, e per darne una definizione scrisse tre critiche, che sono alla base della sua filosofia, il criticismo. La prima è la Critica della ragion pura, e qui Kant analizza le possibilità da parte dell'uomo di conoscere. Lo riconosce come soggetto mentalmente limitato, capace di arrivare alla conoscenza del fenomeno, ma mai del noumeno, cioè dell'essenza di una cosa. Per lui era di fatto impossibile la metafisica. Inoltre, essendo i giudizi sintetici a priori, se manca il dato empirico di un oggetto è impossibile costituire delle scienze collegate, attraverso il passaggio dei tre livelli dell'intelletto ( Estetica, Analitica, Dialettica Trascendentale e i rispettivi a priori di ogni livello, cioè spazio, tempo e 12 categori logiche). Quindi oltre alla metafisica, non sono scienze la cosmologia, la teologia e la psicologia razionale.
Nella Critica della ragion pratica, analizza le possibilità che ha l'uomo di agire. Di fatto Kant propugna un'azione morale che si rifaccia alla legge morale, il grande a priori della ragion pratica.
Bisogna distaccarsi dalle massime empiriche di tutti i giorni per aderire ad una legge immutabile incondizionata, formale, disinteressata, categorica e autonoma, che renda davveo libero l'uomo da ogni ingerenza esterna. E' una legge fondata sulla sola dignità umana dell'uomo, quindi rispettare la legge equivale a rispettare sè stessi. Ma Kant capisce che questa legge morale è troppo ferrea, e comprende che l'uomo per rispettarla deve avere la ragionevole speranza di qualcosa dopo la morte. Quindi postula l'esistenza di un mondo oltre la vita dove l'uomo può ricercare il sommo bene, cioè felicità e santità.
Ma Kant per far capire che questo mondo postulato non è una sua idea personale ma una necessità umana, analizza una ulteriore facoltà della mente, oltre a ragion pura e ragion pratica. E' il Giudizio, che attraverso l'a priori del Sentimento, produce un giudizio riflettente, che si esprime o sulla bellezza o sui fini di un oggetto. Ma il giudizio creato non ha alcun valore di conoscenza, pertanto non conduce ad una verità. E' solo un bisogno che l'uomo ha per ritrovare un fine nelle cose, bisogno che lo distingue dagli altri esseri.
L'uomo tracciato da Kant è pertanto possibilità di conoscere, agire e sperare. La ragione non ha poteri illimitati ma è l'unica cosa che l'uomo ha per progredire. Non a caso la storia deve condurre alla felicità umana, e lo può fare solo con la ragione.

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