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martedì 28 aprile 2009

La febbre suina e quella della speculazione

Come avrete sicuramente saputo, si è sviluppato un virus che è capace di passare da uomo a uomo e di trasmettere la cosidetta "febbre suina". Un grande panico si è già creato nel mondo e in molti temono una possibile pandemia. Anzi alcuni si sono spinti a paragonare la febbre suina con la terribile "spagnola" che fece molti milioni di morti nel 1918.
L'unica cosa sicura è che sono già salite alle stelle le azioni delle industrie farmaceutiche e chimiche, mentre crollano quelle dei trasporti. In molti credono che questo porterà ad un prezzo abnorme dei farmaci, nonostante debbano essere in quantità maggiore per sopperire proprio ad una possibile epidemia mondiale.
La speculazione è dietro l'angolo, e c'è la concreta possibilità che a pagare siano ancora i paesi più poveri ( Africa e Asia).
Non bisogna inoltre dimenticarsi che tali timori sono già stati fomentati.
E' successo una prima volta con un'altra epidemia di febbre suina, nel lontano 1976.
L'allora presidente degli Stati Uniti Gerard Ford convinse la popolazione a sottoporsi ad un programma di vaccinazione per il virus. Furono in 40 milioni.
Ma nessuna pandemia si sviluppò. Anzi fu il vaccino di allora a fare trenta morti con i danni collaterali. Chi fu preso da questi effetti ma non morì fu risarcito con cifre astronomiche.
L'ultima volta si ebbe con la temutissima aviaria, pochi anni fa, che per la paura fece scomparire tutti i volatili dalle nostre tavole.
In quel caso, ancora una volta, si produsse un vaccino completamente inutile che non fu neanche utilizzato. Si accomularono nei magazzini tonnellate di Tamiflu, della Roche, e di Relenza, della Glaxo, che sicuramente sono ancora lì, inutilizzate e forse scadute.

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