Antonio Di Pietro ha nuovamente sollevato polemiche. Ha infatti recentemente affermato :"Il Presidente della Repubblica sta difendendo la Costituzione con una penna d'oca da un manipolo piuttosto numeroso di golpisti". Le dichiarazioni non sono piaciute a nessuno: il PDL grida allo scandalo, il PD ne prende le distanze. A rimanergli vicino sono solo i piccoli partiti della sinistra e i Radicali. Ancora una volta i grandi partiti si sollevano e stigmatizzano l'accaduto: queste sono frasi da "estremista giustizialista" afferma Cicchitto (da quale pulpito viene la predica: Cicchitto in gioventù fu vicinissimo agli ambienti degli anarchici arrivando negli anni '70 ad appoggiare l'idea del golpe rivoluzionario). Franceschini definisce "inaccettabile" l'inserimento di Napollitano nello "scontro politico"(anche se poi riconosce i meriti dell'IDV nel momento in cui ottiene risultati considerevoli o nel momento in cui attacca Berlusconi).
Ma a ben vedere lo scontro politico non c'entra affatto: Di Pietro solleva una critica che è sempre passata in secondo piano. E cioè la svalutazione della Carta Costituzionale: prima si afferma che è comunista, poi si afferma che è vecchia e va superata, poi, senza modificarla, si approvano delle leggi che la violano palesemente (tra le quali il lodo Alfano). La repressione di questi atti da parte del Presidente della Reubblica c'è stata, ma non è stata assolutamente presa in considerazione.
Come dire: diamo ragione al vecchio, così la smette di parlare. Sia da destra che da sinistra. Questo non è affatto un discorso di parte, ma è una mera constatazione della realtà: la Costitzione Italiana non viene attuata. E andando avanti la situazione peggiora.
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