Mai avrei creduto di poter sentire una storia del genere, e badate bene, non causata da alcuna società criminale. La sentii trovandomi per caso nei pressi di Torino, per l'esattezza ad Alpignano, in un comodo hotel di montagna. Una sera, restando in albergo, decisi di vedere la partita di Coppa Italia tra Inter e Fiorentina e mi misi subito a conversare con un altro avventore. E fu lui a raccontarmi nell'intervallo la sua incredibile disavventura telefonica. Aveva comprato 2 anni e mezzo prima una Sim 3, approfittando di un'offerta con cui riceveva a prezzo molto scontato un videofonino UMTS. Si era però piano piano accorto che le tariffe concordate al momento della stipula del contratto erano vertiginosamente salite fino ai 25cent/messaggio. Decise così di chiedere spiegazioni, ma gli fu impossibile: il venditore scosse le mani e alzò gli occhi al cielo, il centro assistenza si rese irreperibile. Dopo aver chiamato un 15 di volte il 4330 (numero dichiarato gratis, poi scoperto a pagamento), gli fu consigliato di chiamare il 133 (molto a pagamento). Questi gli dissero che per sbloccare il suo videofonino lo avrebbe necessariamente dovuto inviare ad un centro specializzato 3, in provincia di Milano. Lui, peraltro di Milano città, accettò all'istante. Rivide il telefonino 4 mesi dopo a pezzi (senza copri batteria, tasti e display rotti).
Chiese di nuovo assistenza al 133, che gli diede un altro numero, rivelatosi poi appartenente ad un'azienda alimentare milanese (che ha affermato di aver ricevuto molte altre telefonate da clienti 3). Richiamando per l'ennesima volta il 133, questi gli ha infine risposto che loro non avevano niente a che fare con il centro 3 per lo sblocco dei telefonini. Amareggiato, senza Sim, con un videofonino ammaccato, molto incazzato, il mio interlocutore ha deciso infine di comprarsi un altro cellulare e di non accettare per nessun'altra ragione un'offerta 3. (Di M.Q.)
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