La lettera qui riportata è stata scritta da Giuseppe di Vittorio alla vigilia di Natale del 1920. Nonostante la povertà della sua condizione sociale, il celebre sindacalista rifiutò un cesto di doni dal conte Pavoncelli inquanto poteva essere scambiato come tentativo di corruzione. Qui sotto riportiamo la lettera, come monito di moralità per i politici attuali.
"LA FALCE"COOPERATIVA ANONIMA DI PRODUZIONE E LAVOROFra Contadini - Muratori ed affini smobilitati- CERIGNOLA-
li 24 Dicembre 1920
Egregio Sig. Preziuso.
In mia assenza, la mia signora ha ricevuto quel po' di ben di Dio che mi ha mandato.
Io apprezzo al sommo grado la gentilezza del pensiero del suo Principale ed il nobile sentimento di disinteressata e superiore cortesia cui si e' certamente ispirato.
Ma io sono un uomo politico attivo, un militante. E si sa che la politica ha delle esigenze crudeli, talvolta brutali anche perche' - in gran parte - e' fatta di esagerazioni e di insinuazioni, specialmente in un ambiente - come il nostro - ghiotto di pettegolezzi piu' o meno piccanti.
Io, Lei ed il Principale, siamo convinti della nostra personale onesta' ma per la mia situazione politica non basta l'intima coscienza della propria onesta'.
E' necessaria - e Lei lo intende - anche l'onesta' esteriore.
Se sul nulla si sono ricamati pettegolezzi repugnanti ad ogni coscienza di galantuomo, su d'una cortesia - sia pure nobilissima come quella in parola - si ricamerebbe chi sa che cosa.
Si che, io, a preventiva tutela della mia dignita' politica e del buon nome di Giuseppe Pavoncelli, che stimo moltissimo come galantuomo, come studioso e come laborioso, sono costretto a non accettare il regalo, il cui solo pensiero mi e' di pieno gradimento.
Vorrei spiegarmi piu' lungamente per dimostrarle e convincerla che la mia non e', non vuol essere superbia, ma credo di essere stato gia' chiaro. Il resto s'intuisce.
Percio' La prego di mandare qualcuno, possibilmente la stessa persona, a ritirare gli oggetti portati.
Ringrazio di cuore Lei ed il Principale e distintamente per gli auguri alla mia Signora.
Dev.moGiuseppe Di Vittorio